Caro Babbo Natale (3)

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è da un po’ che non ci sentiamo…

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è da un po’ che la magia che tu porti per me si è spenta. Niente luci, niente colori, niente musica. La vita continua, con gli impegni giornalieri, gli ostacoli e i traguardi quotidiani, con le piccole e grandi gioie che mi fanno apprezzare ogni cosa che ho. Ma sai, lo sai che per me non è più lo stesso.

Sono ormai tanti anni che non faccio più l’albero. Un albero in casa c’è, eccome, decorazioni in ogni angolo, ma questo compito l’ho lasciato a qualcun altro. Ero piccola, e sono dovuta diventare troppo presto grande, troppo in fretta. Mi ero già sposata, è vero. Avevo già la mia casa di cui occuparmi, i miei piatti da bruciacchiare qui e lì e persino il mio bambino, e poi pure la mia piccola bimba. Ma grande non mi sentivo ancora. Responsabile, matura, sì, credo di sì. Ma essere grandi è un’altra cosa.

Io continuo a sorridere, certo. Continuo a vivere la crescita dei miei figli. La felicità nei loro occhi. E a Natale non faccio mancare niente a loro, proprio niente. Per me, beh, è un po’ diverso. Tutto questo tu già lo sai. Tu sai sempre tutto, è la prima regola: Babbo Natale vede tutto, bisogna essere buoni, se nooo.

Perché ti scrivo, mio caro so tutto io? Per ringraziarti. Mi guardo indietro e penso ai momenti che ho vissuto, ai ricordi che custodisco nel cuore. E dico grazie, grazie per avermeli fatti vivere, fino in fondo.

E però le lettere a Te si scrivono per chiederti qualcosa, per manifestare i desideri più reconditi e allora eccoti questo: fammi sentire quell’abbraccio che non posso più dare, fammi sentire quel conforto che non posso più richiedere, ma che non ho alcun dubbio sia sempre con me!

Una mamma

che vorrebbe tornare a vivere

da figlia.

[A cura di Monica Romano]

 

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